sabato 5 novembre 2011

Resoconti finali e parziali

Da troppo tempo non aggiorno quindi è giunto il momento di stilare un piccolo resoconto dell'andamento della stagione appena trascorsa, dicevo nel titolo resoconto finale e parziale, cerchiamo di capire perchè, resoconto finale si riferisce alla raccolta del miele, la stagione è finita quindi si tirano le somme del miele portato a casa grazie alle nostre instancabili lavoratrici, ne avevo già parlato in precedenza dicendo che avevo raccolto:
Kg. 32 di miele d'acacia
Kg. 15 di miele millefiori primaverile
a cui si vanno a sommare
Kg. 50 di miele di castagno
Kg. 27 di miele millefiori estivo
per un totale di Kg. 124 di ottimo e buonissimo miele un risultato di tutto rispetto, superiore alle attese, considerando che partivo da due arnie e ho creato diversi nuove famiglie e come ben sapete un detto dice o miele o nuove famiglie, pertanto abbiamo sfatato un mito.
Veniamo ora ai risultati parziali che ovviamente interessano il numero di arnie, risutato parziale in quanto dobbiamo aspettare la fine dell'inverno per avere un dato finale in quanto non è garantito che tutte le arnie passino indenni l'inverno.
La fine dello scorso inverno mi vedeva con 3 arnie, ma subito mi sono accorto che qualcosa non andava e ho deciso per la soppressione di un'arnia con mio enorme dispiacere, per gli amanti delle percentuali in qual momento perdevo 1/3 del mio apiario una perdita del 33% cosa di non poco conto per un piccolo apicultore come me, in seguito con avvicinarsi della primavera ho cominciato a creare dalle due arnie superstiti nuovi sciami arrivandi a un totale di 8 arnie, questa volta per gli amanti dei numeri avevo incrementato l'alveare del 400% passando da 2 a 8 arnie.
In seguito a luglio ho tentato con scarsa fortuna di creare altre due arnie ma qualcosa è andato storto, ho perso le regine e non me ne sono accorto in tempo (colpa mia che non guardo con assiduita le arnie, frutto di una mia politica del lasciar fare alla natura).
Quindi se devo tirare le somme parziali sulla gestione delle arnie posso dire che ad oggi dalle 3 arnie iniziali sono passato a 8 con alcuni incidenti di percorso (sicuramente imputabili a me e non certo alle api), pertanto per gli amanti dei numeri il mio alveare ha subito un incremento del 267%, pertanto non posso che essere contento di questo incremento e della raccolta del miele avuta.
Errori comunque ne ho commessi anche se ho avuto un'ottima gestione, questi errori sono la perdita di un primo alveare e dei secondi due sciami, non posso dare la colpa al caso alla fatalità od altro perchè sostituendoci alla natura non è che riusciamo a migliorarla.

venerdì 23 settembre 2011

Idromele

Esistono un’infinità di modi di fare l’idromele o per essere più precisi, un’infinità di ricette, paese che vai ricetta che trovi, sicuramente è più una tradizione dei paesi nordici o per essere più precisi, dei paesi dove non è sviluppata la viticultura.
Insomma l’idromele è una bevanda alternativa a vino e birra.
Io ho usato la ricetta base e alcuni piccoli accorgimenti,
cose necessarie:
2 Kg. di miele
3 litri d’acqua di fonte, quella del rubinetto non va bene perché contiene il cloro
Fermenti enologici quelli usati per la vinificazione
Una damigiana da 5 litri a bocca larga
Un gorgogliatore

Procedimento che ho seguito: ho sciolto il miele nell’acqua portandolo a 85 gradi e l’ho mantenuto a questa temperatura per circa 7/8 minuti per togliere di mezzo eventuali fermenti indesiderati, quindi l’ho lasciato raffreddare fino a 20 gradi.
Ho messo il liquido nella damigiana, aggiunto i fermenti sciolti in acqua tiepida e messo il gorgogliatore, questo serve per avre una fermentazione anaerobica.
Il tutto è stato lasciato a fermentare per 4 settimane in una stanza a circa 20 gradi, l’importante è che la temperatura non salga perché danneggerebbe la nostra fermentazione, ma nemmeno che scenda troppo in quanto tenderebbe a bloccarla.
Altro accorgimento usato è quello di far coincidere la fine della fermentazione con la fine della luna, questo in quanto trascorso il tempo si travasa la parte limpida e la si mette in bottiglia e siccome la fermentazione continua seppur lentamente non voglio trovarmi con bottiglie che scoppiano.
Imbottigliato su bottiglie scure va lasciato in cantina almeno 4/5 mesi prima di essere bevuto, ma più invecchia più migliora.
Il miele migliore a mio avviso è un millefiori in quanto contiene un’insieme di profumi e sensazioni olfatto/gustative straordinarie, ma va bene anche un miele monoflora.
Procedimento semplice alla portata di tutti.
Anche con l’idromele vi ritirano la patente in quanto ha una gradazione alcolica che varia a seconda della ricetta da 7 a 14,5 gradi circa.

lunedì 5 settembre 2011

Api al lavoro

 Dopo una pausa estiva si riprende da dove si era lasciato, basta guardarsi attorno per vedere le nostre api al lavoro anche sui fiori più inaspettati.
A breve nuovi aggiornamenti e nuovi progetti per la stagione che verrà.

martedì 19 luglio 2011

SCIROPPO AL MIELE

Seguendo il mio stile tra autarchico e anarchico nel gestire l'apicultura e per rendermi in parte indipendente dal mondo lo scorso anno ho iniziato a sperimentare uno sciroppo a base di miele, uno sciroppo autoprodotto che sperimentato su di me e su amici (disposti a far da cavie) ha dato grandi soddisfazioni e ottimi risultati.
Io vi racconto come ho fatto a produrlo e a cosa è servito, ma voi non cercate di imitarmi, meglio se andate in farmacia o in erboristeria (d'altronde bisogna pur fare girare la moneta e di conseguenza l'economia).
Partiamo dagli ingredienti e dalle dosi,
L'ingrediente principale è il miele che io preferisco in questo caso sia di millefiori per i benefici effetti dovuti alla molteplicità della flora presente, poi come secondo ingrediente uso del propoli in soluzione alcolica al 20% (sempre autoprodotto), ora vengono le note dolenti ovvero gli ingredienti che devo reperire esternamente, dico questo perchè sono di facile reperibilità ma a volte di scarsa qualità o dubbia provenienza, io da parte mia ho fatto una grande ricerca e sono riuscito a selezionare prodotti veramente validi per la preparazione in questione, ovvero mi riferisco a oli essenziali di eucalipto, menta e pino, con questo la ricetta è conclusa.
Per la preparazione procedo così:
in un vaso da kilo che è la mia preparazione standard che poi dividerò in vasi da 250 g. per comodità d'uso metto inizialmente un pò di miele diciamo due dita, sopra vado a versare 35 g. do propoli in soluzione alcolica al 20%, 25 g. di o.e. di eucalipto, 25 g. di o.e. di menta, 3 g. di o.e. di pino, mescolo il tutto con un cucchiaio, quando è tutto ben amalgamato aggiungo il restante miele per arrivare al kg. pesato di prodotto, rimescolo fino a quando tutto il prodotto è omogeneo, a questo punto lo divido nei vasi più piccoli.
Veniamo alle indicazioni di come lo uso, ogni volta che ho bisogno di prenderlo apro il vasetto da 250 g. lo mescolo per renderlo uniforme in quanto gli oli essenziali e il propoli tendono a salire in superfice, una volta amalgamato ne prendo un cucchiaino da caffè, al massimo 3 cucchiaini al giorno, uno al mattino, uno a mezzogiorno e uno alla sera, è importante non eccedere nella dose in quanto si tratta di un preparato molto forte.
Per cosa lo uso, d'inverno e comunque nella cattiva stagione in genere per combattere raffredori, mal di gola e comunque problemi alle vie respiratorie, non ne faccio mai un'uso prolungato ma solo per il tempo necessario a far scomparire i sintomi, devo dire che ho avuto ottimi risultati.
Ecco, ora io vi sconsiglio di provare, non fate quello che faccio io, prima informatevi su cosa sono gli oli essenziali, come funzionano e a che cosa servono (questo ve lo devo dire per correttezza).
Per la menta uso dell'olio essenziale di menta piperita piemontese triretificata, la migliore che ho trovato in commercio.
Considerate quello che vi ho raccontato un bene prezioso e conservatelo, difficilmente trovate gente disposta a darvi ricette del genere, preferiscono guadagnarci sopra e girando su internet tra i vari intrugli similari fate due conti e capirete il perchè.
Ma se vogliamo essere più precisi su quanto vi può costare vi do alcuni prezzi, il miele se lo producete sapete quanto costa altrimenti chiedetelo a un amico produttore, idem per il propoli che ha bisogno però dell'alccol per dolci che si può trovare al supermercato attorno ai 15 euro al litro (vedi post precedente), mentre per gli oli essenziali il discorso è diverso, comprati in erboristeria costano indicativamente sui 7/10 euro a bottiglina da 12 ml. circa, io invece li compero all'ingrosso e li pago indicativamente al litro 45 euro per l'eucalipto, 60 euro per il pino e 90 euro la menta del migliore tipo, si trovano confezioni da mezzo litro ma anche da 250 ml.
Credo di essere stato esaustivo, del propoli ne ho parlato la volta precedente, su eventuali informazioni su fornitori di oli essenziali informazioni solo via mail per non far pubblicità a nessuno il resto nei commenti.

martedì 12 luglio 2011

Propoli e altri discorsi

In questo periodo le api lavorano in maniera intensa, soffrono il caldo come lo soffriamo noi e patiscono la sete come la patiamo noi, per poter dare un pò di refrigerio è necessario ombreggiarle artificialmente con delle cassette di legno messe capovolte, oppure fare come faccio io che ho sistemato le api in zona leggermente ombreggiata dalle piante, questo fa si che le api ne traggano beneficio, inoltre la vegetazione è abbastanza alta e la zona è verde, questo crea benessere alle api.
E' importante inoltre che possano trovare l'acqua nei paraggi, elemento vitale per la vita di ogni essere vivente, se riescono a trovarla facilmente non crea stati di stress idrici all'alveare, lo stress è risaputo crea  problemi e malattie a tutti gli esseri viventi, figuriamoci a una società complessa come quella delle api, ma l'argomento di cui volevo parlare è un'altro, ovvero della propoli.
In questi giorni ho tolto i melari con il miele di castagno, devo dire che i risultati sono sicuramente superiori alle attese, va considerato che l'acaia ha un periodo di fioritura più breve ma è molto ricca di nettare, questo permette alle api di riempire le cellette molto velocemente, mentre il castagno ha si un periodo di fioritura più lungo, ma ha minore abbondanza di nettare, questo costringe le api a un lavoro maggiore per bottinare e le cellette si riempiono più lentamente.
Potremo notare che i melari di acacia vengono subito opercolati in quanto il raccolto è abbondante e molte api si possono dedicare all'opercolatura, in quanto quelle che arrivano sono stracariche di nettare, mentre nel castagno faticano ad opercolare in quanto sono tutte impegnate nella raccolta a causa della scarsità di nettare che viene trovato nel castagno.
Avremo modo di parlare ulteriormente del miele di castagno una volta che l'avrò smelato.
Ora veniamo alla propoli, la si può raccogliere applicando una retina sopra l'arnia e lasciando scorrere l'arnia sotto il coprifavo, le api molto velocemente andranno a riempire la retina per togliere quella fastidiosa corrente d'aria che le disturba nella cura della loro prole, gli sbalzi d'aria e le correnti non gli permettono di tenere regolata la temperatura all'interno dell'arnia, cosa essenziale per la nascita di nuove api in buona salute.
Io come al solito la raccolgo in modo diverso, non mi va di creare stress alle api, più vivono in condizioni ottimali e meglio stanno e meno problemi avrò nella gestione degli alveari.
Lo so che i miei discorsi valgono solo per un'apicultura di piccole dimensioni, dove la cultura dell'ape e il suo benessere è al primo posto, ma io sono un sostenitore delle piccole dimensioni, delle piccole realtà, bisogna tornare al piccolo, creare una ragnatela di rapporti umani con le persone, coltivare il cibo che si mangia e allevare i propri animali, purtroppo la società va in un'altra direzione, ma io come diceva Dè Andre "vado in direzione ostinata e contraria", viviamo purtroppo in una società dove tutto è demandato ad altri.
Mi perdo nei discorsi e rischio di annoiare, ma perdonatemi.
Il propoli io lo recupero sopratutto dalla rasciatura dei melari ogni qualvolta vado a togliere il miele, esso è una resina che le api raccolgono per sigillare le fessure dell'alveare, può avere varie tonalità, e ha notevoli proprietà.
Nel web si trovano varie ricette e a volte si crea anche della confusione sia sulla preparazione che sull'utilizzo, cerco di raccoglierlo il più puro (pulito) possibile, lo conservo in frigorifero in basso dove tengo le verdure dentro a una ciottola di ceramica coperta con della pellicola in attesa di avere un quantitativo degno di essere lavorato, produco due ricette per due usi differenti, la prima è della propoli in soluzione alcoolica che uso per metterla nelle ferite, nei tagli, nelle fastidiose screpolature invernali che non vogliono rimarginarsi, insomma è il mio disinfettante naturale che aiuta a rimarginare la pelle, la seconda ricetta invece è una soluzione idroalcoolica per uso interno, su denti e gengive doloranti, la spruzzo sulle placche in gola (mal di gola), sulle ulcerazioni che compaiono all'interno della bocca, insomma un'antibatterico naturale.
La ricetta per quella alcoolica è molto semplice (la ricetta la rapporto a un litro per non creare confusione di unità di misura, ma io nella mia produzione riesco a fare 100 ml):
800 ml di alcool a 95° gradi di quello da liquori (nessun altro tipo di alccol va bene)
200 gr di propoli
si mette in un recipiente di vetro scuro, si scuote una volta al giorno per 40 giorni, trascorso il tempo si filtra e si mette nei boccettini scuri con il contagocce.
La ricetta per quella idroalcoolica altrettanto semplice (stesso rapporto per non creare confusione):
735 ml di alcool a 95° gradi di quello da liquori (nessun altro tipo di alcool va bene)
265 ml di acqua di fonte
300 gr di propli
si mette in un recipiente di vetro scuro, si scuote una volta al giorno per 40 giorni, trascorso il tempo si filtra e si mette nei boccettini scuri con il contagocce.
Il procedimento è molto semplice, il prodotto ottenuto di ottima efficacia, la propoli si può usare anche in agricoltura come trattamento antiparassitario, ma io non me lo posso permettere, non produco abbastanza propoli a meno che non cerchi di stressare le api.
Un'ultimo cosa circa il propoli che comperate in erboristeria, a volte (diciamo) viene prodotto con propoli di dubbia provenienza (paesi extra CEE) in questi paesi si usa in maniera massiccia la chimica per tenere sotto controllo le malattie come la varroa, i residui di questi prodotti poi si trovano all'interno del boccetto che acquistate, so che sono state trovate anche tracce di metalli pesanti su prodotto arrivato dalla Cina, quindi filiera corta, anzi cortissima, se possibile da un piccolo apicultore (se possibile serio).
Oltre a questo mi autoproduco altre cose, ma riamndo il discorso alla prossima volta.

martedì 21 giugno 2011

Il castagno

E' tempo di piena fioritura del castagno, ho visitato le arnie, ma sono scarse di miele, con il brutto tempo dei giorni scorsi non sono riuscita a bottinare, inoltre non aiuta nemmeno il fatto che i castagni sono sotto attaco del nuovo parassita di cui ho già parlato è la fioritura non è così copiosa come potrebbe essere, ho fatto un paio di scatti per ricordare che dobbiamo imparare a guardare le api anche sui fiori e non solo dentro l'alveare.
 Credo che le api provino dei sentimenti e quando sono in mezzo ai fiori sono felici.
Oltre al nettare, si porta a casa del polline.

giovedì 16 giugno 2011

Miele primo raccolto

Il primo miele è stato raccolto e messo nei vasi, 32 Kg. di acacia e 15 Kg. di millefiori primaverile.
Il miele d'acacia è profumatissimo è chiaro come l'acqua al rifrattometro segna 17, al palato è scioglievole, persistente e soave.
Il millefiori primaverile è frutto del raccolto di più fiori principalmente abbiamo ciliegio, susino, tarasacco, acero, ippocastano, biancospino, acacia e altri fiori di campo, ha un aroma gradevole, un colore giallo oro e un sapore con note fruttate, dolce e delicato, per nulla amaro.
Al momento le api faticano a bottinare il castagno a causa del tempo che non è stato clemente nei giorni scorsi, ma la stagione è ancora lunga.

lunedì 13 giugno 2011

Acqua elemento indispensabile per le api

L'acqua è un elemento importante per le api, sopratutto nel periodo estivo e primaverile quando sono più frequenti i periodi di siccità, non dovrebbe mai mancare una fonte di approvigionamento di acqua pulita nei pressi dell'apiario, anche questo serve a mantenere il benessere all'interno dell'alveare.

mercoledì 8 giugno 2011

Sciami o miele

Il dilemma di molti apicoltori è quello: sciami o miele, se si ottiene il miele non si possono avere sciami, se si fanno sciami non si può avere il miele, io vorrei sconfessare questo luogo comune e dico che si può avere sia sciami che il miele, con una gestione accorta degli alveari se sono stati invernati bene e a fine inverno sono in buona salute si può sfatare il mito.
Da parte mia lo scorso inverno ero riuscito a invernare le arnie con buone scorte e arrivati a fine inverno ho stimolato le api con un po’ di acqua e miele, questo ha fatto si che venisse intensificata la deposizione trovandomi con arnie traboccanti di covata e api a fine marzo inizio aprile (da tener conto che gli alveari sono a 760 metri sul livello del mare), a questo punto avrei avuto la possibilità di andare subito a melario ma la fioritura dell’acacia sarebbe iniziata solo verso i primi di maggio, questo mi ha permesso di fare gli sciami (come ho raccontato nel post precedente), e ho avuto tutto il tempo di riorganizzare le arnie, ma ho usato un piccolo accorgimento, ho usato arnie da 7 telaini, anche uno sciame messo in quel tipo di arnia e alimentato per qualche giorno con acqua e miele (io ho somministrato 3 litri in totale al 50% in piccole dosi la sera per non creare problemi di saccheggio) ha il tempo di costruire i telaini (uno sciame del 19 aprile ai primi di maggio era già a melario), lo sciame in questione ha riempito un melario di acacia con regina di partenza vergine.
La stessa cosa l’ho ottenuta nell’arnia da 10 divisa a metà ho messo la regina in un’arnia da 7 telaini e ho ottenuto due melari abbondanti d’acacia, oltre alla costruzione dei due telaini inseriti.
Il resto degli sciami e l’altra regina ottenuti sono stati fatti lavorare per ottenere altri obbiettivi diversi dal miele, ma ne parleremo più avanti (anche circa la somministrazione di acqua e zucchero ne parleremo a parte).

lunedì 6 giugno 2011

Sciamatura programmata

La sciamatura è un problema che si ripresenta ogni anno in primavera, a volte è un'incubo per gli apicoltori, ma a volte una manna in quanto permette di incrementare gli apiari, oppure ripristinare quelli che sono venuti a mancare.
Per ovviare a questo problema bisogna avere sempre regine giovani nelle arnie, ma di questo ne parlerò la prossima volta.
La sciamatura può avvenire casualmente oppure si può programmarla, nel primo caso non sappiamo mai quando le api sciameranno, nel secondo caso siamo noi che decidiamo di far sciamare le api per moltiplicare le famiglie.
Con la sciamatura programmata abbiamo il vantaggio per chi ha le arnie lontane da casa di concentrare le visite in concomitanza con il periodo di sciamatura il che facilita molto il lavoro e semplifica molto le cose con il minimo rischio di perdere gli sciami.
Io quest'anno ho utilizzato questo metodo per moltiplicare le mie arnie, o meglio i metodi che ho usato sono due.
Intanto per poter ottenere dei buoni risultati bisogna partire da arnie in buona salute e piene zeppe di covata, arnie che chiedono di salire a melario da quanto sono piene d'api (direte, fai gli sciami e perdi il raccolto del miele, questo non è totalmente vero e ne parlerò prossimamente su un post dedicato), il primo metodo usato su un'arnia da 12 telaini è stato quello di togliere la regina assieme a due telaini di covata e a uno di scorte e metterli a fianco dell'arnia di partenza in un'arnia più piccola, in questo modo la regina è rimasta solo con api giovani in quanto le bottinatrici rientravano tutte nell'arnia principale, dove ho messo due telaini da costruire per dare loro qualcosa da fare in attesa della sciamatura.
Il secondo sistema usato è stato quello di dividere un'arnia da 10 telaini in due a caso senza curarsi di dov'è la regina, questo sistema non ci da certezza di ottenere anche degli sciami, in quanto il più delle volte non si verifica nessuna sciamatura.
Perchè uso questi metodi e non vado a destra e sinistra a roccogliere sciami per incrementare l'apiario?, semplice se si hanno delle buone regine conviene lavorare su loro e portare avanti il loro patrimoni genetico pittosto che avere regine di dubbi risultati.
La cosa fondamentale da tenere a mente in quest'operazione è quanto tempo impiega una regina a nascere, ovvero 16 giorni.
E' importante partire in anticipo sulla stagione, il 2 aprile ho effettuato l'operazione di orfanizzazione nell'arnia da 12 telaini (togliendo la regina) il 18 aprile sono iniziate le sciamature con due sciami nello stesso giorno uno primario di buona dimensione e uno secondario di medie dimensioni, il 19 aprile giorno successivo ho avuto un'ulteriore sciamatura con uno sciame importante per dimensioni.
Con questo sistema ho ottenuto 4 nuove arnie con regina nuova e un'arnia con regina dello scorso anno per un totale di 5 arnie.
Nel secondo caso il 6 aprile ho diviso un'arnia da 10 telaini a metà e il giorno 22 aprile ho avuto una sciamatura, che mi ha portato ad avere 2 nuopve arnie con regina nuova e un'arnia con regina dello scorso anno.
Il conto è presto fatto, partendo da due alveari sono arrivato ad averne 8 con due regine che andranno sostituite il prossimo anno, l'importanza di iniziare presto questo tipo di operazioni è fondamentale in quanto le fioriture principali non sono ancora iniziate e possiamo dare modo alle api di riorganizzarsi e rigenerarsi senza stressarsi.
Non va sottovalutata anche l'eventuale parte economica che si può ricavare dalla vendita degli sciami, non certamente in questo momento ma nella prossima primavera nel periodo compreso da metà marzo ai primissimi di aprile, quando il mercato degli sciami è fiorente in quanto in molti sono ad acquistare nuove famiglie per produrre miele, cosa che uno sciame catturato da una sciamatura naturale che di solito avviene da fine aprile a fine maggio non ci permette di ottenere (ricordo che il fine ultimo di tenere le api è ottenere il miele).

Presentazione

Ho deciso di creare questo nuovo blog per cercare di dare un pò d'ordine alla mia sezione dedicata all'apicultura, ormai regnava troppa anarchia  qui pertanto era d'obbligo avere una sezione dedicata dove era più semplice anche per me rivedere i miei scritti riguardanti le api e il loro mondo.